La prima volta, poco più di vent’anni fa, toccò al povero Epicuro, che la sua “Lettera sulla felicità” venne espulsa su “La Repubblica”dalla classifica dei libri più venduti. Per più di un anno la Lettera restò salda al primo posto assoluto surclassando i libri spazzatura delle finzioni, e ci sarebbe restata per gli anni a venire. Pensarono bene, allora, i cervelloni del marketing di Repubblica di abolire la voce “supereconomici” che ospitava la Lettera, senza nulla spiegare, nascondendo la vergogna dietro un silenzio assordante. Ma Epicuro, come se nulla fosse, continuò a vendere la sua Lettera nelle quantità di prima e continua tutt’ora, fregandosene delle classifiche e di quel giornalaccio che è Repubblica.
Ma la paura per i millelire di Stampa Alternativa ancora aleggia nelle stanze del potere. Gli è presa qualche giorno fa a qualcuno che comanda nel carcere speciale di Parma. In quella galera è stato proibito ad un detenuto di acquistare 10 copie dell’ultimo millelire di Carmelo Musumeci e Giuseppe Ferraro intitolato “L’assassino dei sogni, lettere fra un filosofo ed un ergastolano”.
Capisco il perché di tanta paura: questo millelire vola alto, lo scambio tra il galeotto e il filosofo scatena la mente, il cuore, il corpo, apre orizzonti impensabili, insomma cambia la vita.
Quindi una paura ingiustificata, sebbene insensata. Insensata perché anche grazie a questo sequestro di copie di libro e di idee e di pulsioni di libertà, il millelire avrà mille, diecimila, centomila, un milione di lettori in più, che si aggregheranno in esercito non violento di liberazione.
Al tredicesimo festival ne parleremo molto, mentre, nel frattempo il millelire diverrà bene comune come gli aneliti che lo pervadono, accompagnando l’edizione cartacea.
Ma la paura per i millelire di Stampa Alternativa ancora aleggia nelle stanze del potere. Gli è presa qualche giorno fa a qualcuno che comanda nel carcere speciale di Parma. In quella galera è stato proibito ad un detenuto di acquistare 10 copie dell’ultimo millelire di Carmelo Musumeci e Giuseppe Ferraro intitolato “L’assassino dei sogni, lettere fra un filosofo ed un ergastolano”.
Capisco il perché di tanta paura: questo millelire vola alto, lo scambio tra il galeotto e il filosofo scatena la mente, il cuore, il corpo, apre orizzonti impensabili, insomma cambia la vita.
Quindi una paura ingiustificata, sebbene insensata. Insensata perché anche grazie a questo sequestro di copie di libro e di idee e di pulsioni di libertà, il millelire avrà mille, diecimila, centomila, un milione di lettori in più, che si aggregheranno in esercito non violento di liberazione.
Al tredicesimo festival ne parleremo molto, mentre, nel frattempo il millelire diverrà bene comune come gli aneliti che lo pervadono, accompagnando l’edizione cartacea.