Il “Nostro Agente Letterario nel mondo intero” Andrew Wyle, sfodera tutte le armi a sua disposizione, oggi su “la Repubblica” per uccidere Amazon da lui definita un “camionista digitale”, nel mentre in America la definiscono “piovra”.
Minaccia la strage per difendere i suoi numerosissimi scrittori di best seller che lo hanno reso miliardario. Se Amazon riduce i guadagni degli editori da cui acquista libri, calano gli anticipi destinati ai suoi scrittori e le laute sue percentuali. Tutto solo questione di quattrini, quindi.
Ma Amazon si sa difendere molto bene, e allora il Nostro Andrew, ben sollecitato dall'intervistatore segnala a chiare lettere l'alternativa non violenta: catene di librerie tipo quella della Feltrinelli, che io non da oggi chiamo “Focaccerie Feltrinelli” (FF).
Se questa è l'alternativa oltre che italiana, anche internazionale, allora io sto con Amazon! Vero è che il personale che vi lavora è trattato come quello delle fabbriche in Cina, ma anche nelle FF non scherzano. E poi, diciamocelo pure, le FF non son più, da un pezzo, librerie, bensì grandi spazi come i negozi cinesi, e tanto per tornare a bomba, pieni di bancali di libri spazzatura, quelli delle classifiche, dei talk, delle fiction, in una cornice di pessima cartoleria, venduta a prezzi di boutique. Tutto, ripeto, meno che Librerie.
Per questo sto con Amazon.
Ma soprattutto, al contrario di Andrew, sono per l'abbattimento dei diritti di autore che secondo me dovrebbero trasformarsi in doveri di autore. Ma questa è un'altra storia, storia del mio futuro editoriale che, sto raccontando giorno dopo giorno.
Minaccia la strage per difendere i suoi numerosissimi scrittori di best seller che lo hanno reso miliardario. Se Amazon riduce i guadagni degli editori da cui acquista libri, calano gli anticipi destinati ai suoi scrittori e le laute sue percentuali. Tutto solo questione di quattrini, quindi.
Ma Amazon si sa difendere molto bene, e allora il Nostro Andrew, ben sollecitato dall'intervistatore segnala a chiare lettere l'alternativa non violenta: catene di librerie tipo quella della Feltrinelli, che io non da oggi chiamo “Focaccerie Feltrinelli” (FF).
Se questa è l'alternativa oltre che italiana, anche internazionale, allora io sto con Amazon! Vero è che il personale che vi lavora è trattato come quello delle fabbriche in Cina, ma anche nelle FF non scherzano. E poi, diciamocelo pure, le FF non son più, da un pezzo, librerie, bensì grandi spazi come i negozi cinesi, e tanto per tornare a bomba, pieni di bancali di libri spazzatura, quelli delle classifiche, dei talk, delle fiction, in una cornice di pessima cartoleria, venduta a prezzi di boutique. Tutto, ripeto, meno che Librerie.
Per questo sto con Amazon.
Ma soprattutto, al contrario di Andrew, sono per l'abbattimento dei diritti di autore che secondo me dovrebbero trasformarsi in doveri di autore. Ma questa è un'altra storia, storia del mio futuro editoriale che, sto raccontando giorno dopo giorno.